(articolo di Daniele Morelli per il settimanale diocesano Il Piccolo)
Le vie che si possono percorrere alla sequela di S. Romualdo sono numerose.
C’è una via del tutto “materiale”, fatta di passi, soste, di sudore e fatica ma anche di consolanti riposi, di amene boscaglie, di monasteri ed eremi silenti dove l’arte si comunica con la pietra che dialoga con la preghiera e la riflessione profonda.
Poi c’è una via spirituale non necessariamente religiosa, perchè la spiritualità è di ogni uomo e donna ed è uno degli elementi che ci fa umani e forse già un pò divini. E’ una via che si collega con i cammini anche di altre culture.
C’è, ancora, una via dell’amicizia che consiste nel camminare insieme, nell’ aiutarsi, nello scambiarsi opinioni, esperienze, una via di relazione, una via esperienziale.
C’è la via fatta tutta di preghiera, come già la percorse lo stesso Romualdo 1000 anni fa, nella ricerca di Dio, in Cristo Gesù e nella sua Parola imparata a memoria.
C’è poi una via che ci collega con gli antichi pellegrini o con nuovi nel prossimo Giubileo del 2025.
“Quelli della Via”: così erano così chiamati i primi cristiani con un riferimento di radice ebraica nella Torah. Ed anche l’Islam definiva i suoi seguaci “Quelli della Via” e così anche nell’estremo oriente Induista. Perchè “mettersi sulla via” significa, come autentica via religiosa: cercare, interrogarsi, essere inquieti alla ricerca di qualcosa che ci manca e che attrae come grande.
Per noi Cristiani la Via è senz’altro seguire Cristo che ci dice: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”. Ma come ascoltarne e comprenderne la Parola nel chiasso quotidiano? Ecco allora il cammino. Magari anche solo qualche giorno all’anno, ogni tanto. Una parentesi ed un sorso d’acqua fresca che ristora. Insomma oggi più che mai occorre mettersi su una via alla ricerca di noi stessi. E se cerchi te stesso devi andare dentro di te, nella tua profondità. Così diceva S. Agostino e con lui una schiera di mistici: camminare è muoversi, è vivere, è respirare, è partire e arrivare; è lasciare; è trovare. Una metafora della vita. L’immobilità è morte.
Ci siamo messi sulla via di S. Romualdo per la semplice ragione che lo abbiamo conosciuto a Camaldoli quando eravamo adolescenti e poi ci siamo resi conto che lui e S. Pier Damiani erano nostri grandi antenati, non vecchi di 1000 anni, ma sorprendentemente giovani a attuali. Romualdo nato a Ravenna e di lì partito verso mille direzioni e così pure S. Pier Damiani … viaggiando col corpo e con lo spirito e con una mente geniale e molto colta.
La Viae Sancti Romualdi ‘classica’ parte da Classe, dal luogo della vocazione di S. Romualdo. Oggi vogliamo recuperare anche il tratto di via dove è nato lo spirito di ‘Romuldo riformatore’, quella che parte dal Pereo – S. Alberto: eremo nella valle, amatissimo da Romualdo e crocevia di imperatori, mistici, santi e missionari.
Il cammino storico di Romulado poi sarebbe molto ampio: passando per la Romagna, la Toscana, l’Umbria, le Marche, l’Istria, la Spagna dei Pirenei, la Polonia coi primi evangelizzatori. Una via cioè che si dipana in tutta Europa quasi a tesserne un’agognata unità.
Come Associazione Romagna Camaldoli, oltre ad incontri e conferenze abbiamo sviluppato percorsi che da Classe risalgono i nostri fiumi, lambiscono Faenza, S. Benedetto in Alpe, Acqua Cheta, Camaldoli e tutta la splendida foresta casentinese fino a la Verna, e poi la Val Tiberina, Monte Corona, Montone, Fonte Avellana, fino a Fabriano dove riposa il corpo di S. Romualdo. In vista del millenario della morte (2027) abbiano chiesto ed ottenuto l’inserimento nel Catalogo dei Cammini Religiosi da parte del Ministero del Turismo.
Ogni anno percorriamo alcune tappe di questo lungo ed affascinante cammino che interseca altri cammini importanti come la Viae Misericordiae (ad Alfonsine il santuario della Madonna del Bosco è una possibile tappa), Il Cammino di Dante (ad Acqua Cheta e in vari altri tratti del versante romagnolo), La Via Germanica, la Via dei Conti Guidi, la Trafila Garibaldina nel Parco del delta del Po. Ecco l’apertura mentale con cui vogliamo percorre e proporre questa via che ci fa incontrare altre esperienze oltre la ricca figura di Romualdo. E’ quella chiesa in uscita che si alimenta della cultura religiosa e laica e che contiene tracce e a volte fermenti essenziali per far progredire, chi crede o chi cerca di credere, senza voler nulla imporre.
Vogliamo soltanto chiamare ‘amico’ chi camminerà con noi.
Il prossimo 19 agosto si parte da Camaldoli ed in tre giorni si arriva ad Anghiari passando per le foreste del Casentino, La verna, Caprese Michelangelo e per gli eremi camaldolesi e francescani, fino ad Anghiari. Iscrizioni ed info www.trailromagna.it
Daniele Morelli (Associazione Romagna Camaldoli – www.viaesanctiromualdi.it)